La spazzatura spaziale alimenta il cambiamento climatico

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Recentemente, un gruppo di scienziati inglesi ha fatto una scoperta inattesa che lega in modo inaspettato due aspetti che influenzano il nostro Pianeta: il riscaldamento climatico ed i detriti spaziali.

Grazie al progresso tecnologico che ha contribuito ad un importante avanzamento nelle scoperte scientifiche, l’uomo è in grado di affermare che l’anidride carbonica nell’atmosfera, normalmente presente a livello di 3 molecole di CO2 ogni 10.000 molecole di ossigeno e azoto è oggi aumentata del 50 per cento (e questo a partire dalla Rivoluzione Industriale iniziata più di 250 anni fa) fino a superare il livello di 4 molecole di CO2 per 10.000 molecole d’aria.

Il dato può sembrare irrilevante, tuttavia, il gas generato è più opaco alla radiazione infrarossa  e crea un surriscaldamento atmosferico detto Effetto Serra.

I ricercatori inglesi sono giunti a questa importante scoperta partendo da un elemento noto. Nella parte alta dell’atmosfera terrestre l’effetto della CO2 è esattamente opposto a quello che avviene nella bassa atmosfera (quella nella quale l’uomo è in grado di vivere); detto diversamente, il calore intercettato dal Sole viene immesso nuovamente verso lo spazio e, conseguentemente, la parte alta dell’atmosfera si raffredda perché la stessa, essendo diventata più sottile, ha difficoltà a riassorbire il calore. L’inevitabile raffreddamento, atmosferico crea un effetto più rarefatto dell’ambiente circostante. La soluzione ideale per eliminare la spazzatura spaziale rimane quella “naturale”, cioè il normale avvicinamento gravitazionale dei frammenti orbitanti verso l’atmosfera terrestre. Una volta raggiunta l’atmosfera i frammenti iniziano a bruciare per attrito e si disintegrano. Questo processo di “rientro autonomo” dei residui spaziali nell’atmosfera, grazie all’attrito con i gas contenuti nell’atmosfera, contribuisce a una lenta ma costante azione di ripulitura dello spazio assiderale. La scoperta dei ricercatori inglesi è propria questa: l’espansione dell’atmosfera verso l’esterno riduce la sua densità provocando il rallentamento del rientro dei detriti spaziali.

Se tutti i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi (2015) fossero stati in grado di seguire la “curva della temperatura” per contenere le emissioni di CO2 e rispettare la soglia massima di innalzamento della temperatura a 1.5°C, oggi la densità dell’atmosfera sarebbe diminuita del 28% circa e, di conseguenza, il “tempo di rientro” dei detriti spaziali sarebbe aumentato in proporzione. Sebbene le direttive dell’Accordo di Parigi si siano rivelate lungimiranti, la tabella di marcia per il contenimento delle emissioni fossili, non è stata rispettata diligentemente da tutti i Paesi membri.

Rimedi per ridurre e rallentare l’inquinamento spaziale

Il contenimento dell’innalzamento della temperatura globale rappresenta l’obiettivo da raggiungere per risolvere i problemi legati agli effetti negativi del cambiamento climatico.

La riduzione delle emissioni fossili sembra essere la “radice” della soluzione ma, in realtà, sono molte le ragioni connesse all’aggravarsi della situazione climatica, di conseguenza servono soluzioni attuabili per evitare catastrofi  naturali.

Organismi internazionali, Istituzioni governative, società private e Università, stanno studiando e progettando procedure e metodi che dovrebbero essere in grado di diminuire le tracce di spazzatura spaziale.

Tra i diversi rimedi, due meritano di essere menzionati e brevemente descritti:

  • la Manipolazione Magnetica dei Detriti Spaziali e
  • i c.d. “Spazzini Spaziali”.

Manipolazione Magnetica dei Detriti Spaziali

La Manipolazione Magnetica proposta dall’Università dello Utah (USA) si rivela un’efficace soluzione al problema in oggetto. Essa consiste nel deviare e allontanare i detriti spaziali o senza entrarne in contatto o al fine di rallentare la velocità e la rotazione dei satelliti danneggiati riparandoli in condizione controllata.

Questo metodo prevede l’utilizzo di magneti rotanti che sfruttano le correnti indotte dai campi magnetici generati dai pezzi metallici che costituiscono i satelliti e/o i detriti spaziali. La Manipolazione Magnetica può essere quindi realizzata senza toccare l’oggetto che si vuole riparare o il detrito spaziale che si vuole eliminare, allontanandolo dalla Terra. Gli scienziati hanno dimostrato che questo procedimento trasforma il detrito in un vero e proprio elettromagnete il cui moto può essere controllato a distanza. Quando i detriti metallici sono sottoposti a un campo magnetico, gli elettroni circolano all’interno in cicli circolari generando correnti parassite che interagiscono con il campo magnetico degli oggetti stessi.

Questa modalità di intervento evita pericolosissime collisioni fra mezzo manipolatore e oggetto da riparare, deviare o allontanare.

Esplora la mappa interattiva della NASA che mostra l’attuale situazione della spazzatura spaziale.

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È necessaria maggiore consapevolezza
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preservarlo per le generazioni future.

Abbiamo solo una casa.
Faremmo bene a prendercene cura.