Incendi
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C’è da dire anzitutto che il clima possiede un ruolo importante sull’origine degli incendi perché l’alternarsi costante delle stagioni porta normalmente ed inevitabilmente a periodi caldi e secchi che sono in grado di aumentare l’infiammabilità della vegetazione e, quindi, la formazione di incendi, ovviamente su larga scala (in tutto il Mondo); e gli incendi non solo causano danni “immediati” come, ad esempio, il consumo del suolo e la perdita della fauna che gravano, a loro volta, sul patrimonio arboreo e sulla biodiversità, ma causano anche quantità enormi di emissioni di carbonio, sostanza altamente impattante e tutto ciò alimenta un vero e proprio “circolo vizioso” di surriscaldamento climatico.
Inoltre, il fenomeno dei fumi provocati dagli incendi non è per nulla da sottovalutare perché, disperdendosi nell’aria, diminuisce sensibilmente la qualità dell’aria stessa anche a centinaia di chilometri di distanza. Il monossido di carbonio (CO) resta nell’atmosfera per settimane, quindi rimane un potente indicatore che riguarda il raggio d’azione dell’inquinamento, anche tra continenti diversi!
La mappa del fuoco attivo* che qui vi proponiamo, è un servizio offerto e prodotto da NASA FIRMS sulla base dei dati raccolti dai satelliti. L’elaborazione delle informazioni così ottenute vengono elaborate molto rapidamente e rese disponibili al pubblico in pochissime ore (entro le 3 ore). Questo permette di conoscere in modo oggettivo il luogo in cui si è verificato un incendio e la sua entità.
*NOTA: Il Fire Information Resource Management System (FIRMS) della NASA fornisce dati sugli “incendi attivi” quasi in tempo reale, generalmente entro 3 ore dalla rilevazione (c.d. “spettro radiometro”) per immagini a “risoluzione moderata” (MODIS). Le osservazioni satellitari (Array) sono realizzate con radiometri per immagini a infrarossi visibili (VIIRS). Mentre VIIRS migliora la risoluzione spaziale a 375 metri e, solitamente, le sue prestazioni notturne sono molto maggiori, MODIS è un sensore che funziona con una risoluzione di un pixel per 1 km.
Per interpretare al meglio i dati sugli hotspot mostrati nella mappa è necessaria tenere presente che:
- la posizione del punto di accesso sulla mappa è precisa solo entro la precisione spaziale del sensore;
- alcuni incendi possono essere talmente piccoli e passare inosservati oppure essere oscurati da fumo o nuvole e non essere rilevati;
- non tutti i punti caldi sono incendi: i satelliti, infatti, molto sensibili, possono rilevare anche altre fonti di calore.

Purtroppo, tutto il mondo oggi sta bruciando: l’Africa, le Americhe, l’Asia, l’Europa, l’Oceania…Gli incendi (e non solo quelli dolosi) stanno diventando sempre più frequenti e intensi a causa dei cambiamenti climatici, accentuati anche, anzi, soprattutto, dalle attività umane. Oggi, più che mai, gli incendi rappresentano un fattore determinante per il clima e sono, purtroppo, un sinonimo della crisi climatica.

La disastrosa “stagione degli incendi” sta allungandosi su tutto il nostro Pianeta; per proteggere la “casa” in cui viviamo, siamo costretti a fronteggiare situazioni di emergenza estreme: il crescente numero di incendi sta addirittura interessando territori dove, fino ad oggi, nessuno avrebbe mai immaginato e, l’Artico, è uno degli esempi più lampanti.

Incendi e cambiamenti climatici fanno parte di uno stesso “circolo vizioso”: più incendi più emissioni di gas serra e, conseguentemente, più eventi meteorologici estremi (temperature più alte rispetto la media stagionale, periodi di siccità molto più lunghi ma anche scioglimento dei ghiacci e inondazioni); più il clima è caldo e secco più aumenta il rischio che gli incendi si propaghino rapidamente, diventando una minaccia difficile da contenere e soffocare.

Per questo e per un’altra ulteriore serie di valide motivazioni, è diventato oggi di fondamentale importanza dedicare maggiori risorse (soprattutto di natura economica e di tempo) al monitoraggio degli incendi che, appunto, provocano pericolose emissioni di CO2 e gravi perdite di vite umane e biodiversità.

La strada da intraprendere è una sola: rafforzare, a livello globale, la “resilienza” degli ecosistemi forestali creando e favorendo sistemi di prevenzione, protezione e conservazione più adeguati: passare quindi da un “approccio emergenziale” a un sistema di “prevenzione” a livello governativo mondiale.

Il monitoraggio degli incendi diventa quindi di estrema importanza, e la scienza e la tecnologia, che hanno fatto “passi da gigante”, oggi ci mettono a disposizione strumenti di controllo e prevenzione veramente molto efficaci. In questo specifico caso, stiamo parlando dei satelliti spaziali che, orbitando attorno alla Terra, sono in grado di individuare tempestivamente e con estrema precisione i fuochi attivi. Le immagini satellitari e le coordinate vengono trasmesse ai centri di controllo terrestri, permettendo alle squadre di emergenza preposte di intervenire con estrema rapidità.

Tra i diversi strumenti di monitoraggio messi a nostra disposizione, la mappa interattiva della NASA, ovvero la Fire Information for Resouce Management System (FIRMS) merita, in questa sede, essere segnalata: infatti, con questa mappa web, l’utente è in grado di conoscere la situazione giornaliera degli incendi a livello globale entro le tre ore dal sorvolo compiuto dal satellite utilizzato per tali rilevazioni.

L’algoritmo di rilevamento degli incendi di questo particolare strumento è in grado di confrontare la temperatura di un potenziale incendio con quella del terreno circostante. Se la differenza di temperatura supera una certa soglia, il “punto caldo” sulla mappa confermerebbe l’esistenza di un incendio attivo; però, se l’incendio fosse di dimensioni molto ridotte (focolai), a causa della risoluzione spaziale del sensore, il satellite non sarebbe in grado di rilevarlo nell’immediatezza.

La mappa che vi proponiamo è uno strumento pensato non solo per “gli addetti ai lavori” ma anche per chiunque fosse interessato a conoscere l’attuale situazione sui fuochi presenti in questo istante sul nostro Pianeta. La mappa offre anche la possibilità di confrontare dati storici con quelli attuali.

NOTA: la mappa FIRMS offre due modalità di monitoraggio: MODIS (Aqua&Terra) che possiede una risoluzione in pixel di 1 Km e rileva gli incendi attivi confrontando la temperatura con i pixel vicini (ma, in questo caso, la rilevazione dipende dalla gravità e dall’estensione dell’incendio che si è rilevato e si sta monitorizzando). VIIRS (SUOMI NPP and NOAA-20), invece, rileva gli incendi boschivi attivi in base alle anomalie termiche e la sua risoluzione spaziale è decisamente più fine (1 pixel – 375 metri); questa modalità è capace di rilevare con maggiore precisione gli incendi più piccoli al suolo.
Fatta questa breve precisazione “tecnica”, invitiamo ora il pubblico a visitare la mappa interattiva dei fuochi FIRMS.