L’Effetto Kessler

the kessler effect

Il preoccupante scenario disegnato già nel lontano 1978 dall’allora consulente e ricercatore NASA, Dr. Donald J. Kessler è diventato realtà e ricade sotto il nome di “Effetto” dell’omonimo ricercatore (cioè, L’EFFETTO KESSLER).

Oggi il volume di detriti spaziali che si trova nell’ “orbita bassa” intorno alla Terra sta diventando sempre più ingombrante poiché gli stessi oggetti orbitanti entrano più volte in collisione tra loro creando una vera e propria “reazione a catena” aumentando in tal modo il volume dei detriti stessi con il rischio di ulteriori impatti (c.d. Effetto a Cascata o Effetto Domino).

La velocità relativa degli oggetti in orbita raggiunge addirittura i 16 km/s, mentre l’energia cinetica che si genera con la collisione tra due oggetti di massa più voluminosa crea una vera e propria nuvola di detriti che si trasformano in schegge impazzite lanciate in direzioni casuali.

Come si può intuire facilmente, ogni singolo frammento rappresenta quindi una minaccia perché può, con l’impatto di frammenti già presenti, creare un numero maggiore di ulteriori detriti spaziali, per non parlare di ulteriori collisioni tra stazioni spaziali.

Manovre di evitamento

Gli incontri ravvicinati nello spazio fra questi oggetti sono noti ai fisici, agli scienziati e agli ingegneri aerospaziali con largo anticipo ed è per questo motivo che si riesce a disporre del tempo sufficiente per spostare (modificare), anche lievemente, l’orbita della ISS (Stazione Spaziale Internazionale) o dei satelliti; azione evasiva, nota come manovra di evitamento dei detriti. (NOTA: si pensi che tra il 1999 e il 2020 la ISS ha condotto ben 29 manovre di evitamento).

Altre volte, però, i dati di tracciamento non sono così precisi da giustificare una manovra di questo tipo. Purtroppo, anche se raramente, il passaggio ravvicinato non riesce ad essere identificato in tempo reale, sufficiente a effettuare la suddetta manovra. In questi casi, allora, i centri internazionali di controllo dislocati sulla Terra possono concordare che la migliore linea d’azione preventiva da intraprendere sia quella, ad esempio, di trasferire l’equipaggio su una navicella russa o su una statunitense (le navicelle spesso sono utilizzate per trasportare gli astronauti e le merci su altri moduli spaziali).

Le manovre di evitamento dei detriti dipendono essenzialmente da linee guida che disegnano una vera e propria scatola immaginaria nota come “scatola della pizza” per la sua forma piatta e rettangolare, scatola disegnata intorno al veicolo spaziale. Questa scatola è profonda circa 2,5 miglia, larga 30 miglia e lunga 30 miglia (4 x 50 x 50 chilometri), con il veicolo spaziale posto al centro. Quando le previsioni indicano che un oggetto intercettato passerà nelle immediate vicinanze da destare situazione d’allarme e la qualità dei dati di tracciamento è ritenuta sufficientemente accurata, i centri di controllo della missione a Houston e a Mosca cooperano simultaneamente per sviluppare una linea d’azione prudente.

Esplora la mappa interattiva della NASA che mostra l’attuale situazione della spazzatura spaziale.

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