Oceani
Effetti del Cambiamento Climatico sugli Oceani
Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale hanno un impatto diretto sugli oceani: non solo l’aumento della temperatura dell’acqua, ma anche l’acidificazione, in quanto essi assorbono il 22% delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo. Tutto questo porta a cambiamenti nella circolazione oceanica e nella chimica, per non parlare dell’aumento del livello del mare e della minaccia alla diversità delle specie marine. Alcuni studi hanno dimostrato che dal 1971 al 2010 gli oceani hanno assorbito il 93% dell’energia supplementare immagazzinata sulla Terra; di conseguenza, la temperatura superficiale del mare è aumentata di 0,8°C dal 1880 al 2015; anche gli strati più profondi dell’acqua si sono riscaldati. Le creature marine sono sempre più stressate a causa del riscaldamento e dell’acidificazione degli oceani.
Poiché i gas si dissolvono più facilmente nei liquidi freddi che in quelli caldi, i mari più caldi sono in grado di assorbire meno emissioni di CO2 prodotte dall’uomo. Con l’avanzare del riscaldamento, la funzione tampone degli oceani diventa sempre meno efficiente.
Feedback del vapore acqueo
L’aria calda assorbe più vapore acqueo dell’aria fredda. Pertanto, un aumento della temperatura dell’aria provoca un aumento del vapore acqueo contenuto nell’atmosfera. Poiché il vapore acqueo è anche un gas serra, il suo aumento nell’atmosfera provoca un rafforzamento dell’effetto serra, provocando un ulteriore aumento della temperatura. Ciò dà origine a un altro circolo vizioso, noto come “feedback del vapore acqueo”, che provoca un’accelerazione del riscaldamento globale.
Aumento del livello del mare
L’aumento delle emissioni di gas serra provoca il cosiddetto riscaldamento globale e una delle conseguenze è l’aumento della temperatura dell’acqua degli oceani. Questo porta a un aumento del volume dell’acqua che si espande, causando l’innalzamento del livello del mare. Inoltre, i ghiacciai e le calotte glaciali si sciolgono a causa dell’aumento della temperatura atmosferica. Di conseguenza, dal 1880 al 2013 il livello del mare è aumentato di 23 cm. Nel passaggio dalle ere glaciali ai periodi più caldi, lo scioglimento di grandi quantità di ghiaccio ha causato un aumento del livello del mare molto più rapido di quello attuale. Tuttavia, se si confronta l’aumento medio annuo del livello del mare negli ultimi 15 anni, nell’ultimo secolo e negli ultimi duemila anni, si può osservare che il livello del mare si sta innalzando più rapidamente a causa dei cambiamenti climatici.
Più dell'80% degli oceani è inesplorato
Si stima che oltre l’80% degli oceani sia non mappato e inesplorato, il che lascia aperta la questione di quante specie debbano ancora essere scoperte, soprattutto se ci riferiamo alle acque profonde degli oceani che non sono raggiungibili dall’uomo nemmeno con le tecnologie più avanzate finora disponibili. È comunque provato che gli oceani sono l’habitat naturale di alcune delle creature più antiche del mondo: ad esempio si stima che le meduse, uno dei primi organismi ad aver abitato gli oceani, siano presenti da oltre mezzo miliardo di anni. Anche altri organismi, come i coralli, sono considerati specie longeve, ma oggi sono minacciati dal riscaldamento globale che sta causando l’aumento della temperatura dell’acqua degli oceani.
Acidificazione degli oceani
L’impatto dell’acidificazione degli oceani sulle creature marine è evidente: le barriere coralline stanno scomparendo in quasi tutte le aree in cui sono presenti, rappresentando una grave minaccia per questo delicato ecosistema marino e per le altre specie e organismi, come le ostriche, che creano gusci e scheletri duri combinando calcio e carbonato dall’acqua di mare. Infatti, un aumento del pH (acidificazione) si traduce in un minor numero di ioni carbonato disponibili per gli organismi calcificanti per costruire e mantenere le loro conchiglie, scheletri e altre strutture di carbonato di calcio. Conchiglie e scheletri, se il pH diventa troppo basso, possono addirittura iniziare a dissolversi.
Pesca e frutti di mare
Oceani sani significano popolazioni ittiche sane e quindi una fonte di cibo sicura. I frutti di mare e le risorse degli oceani svolgono infatti un ruolo essenziale nell’alimentazione della crescente popolazione mondiale e le comunità costiere, in particolare, dipendono da una pesca sostenibile. È nostra responsabilità salvaguardare gli oceani, evitando di scaricare rifiuti plastici e altri inquinanti (ad esempio, scarichi urbani, deflussi agricoli) e riparando i danni causati dalle perdite di petrolio. Questo aspetto è di fondamentale importanza, insieme a una gestione sostenibile della pesca, se vogliamo preservare la salute delle popolazioni ittiche degli oceani per le generazioni future.
Il degrado degli ecosistemi costieri e marini rappresenta una grave minaccia non solo per le comunità locali e per i pescatori, le comunità indigene e le altre comunità costiere, ma anche per le organizzazioni commerciali internazionali e per l’industria del turismo, che già vedono gli effetti del cambiamento climatico e della contaminazione di questi delicati ecosistemi.
Correnti oceaniche
Le acque degli oceani sono in movimento e influenzano il nostro clima e, naturalmente, l’intero ecosistema. Le correnti oceaniche svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione degli ecosistemi marini e sono rappresentate dai movimenti continui e diretti dell’acqua dell’oceano.
Le correnti oceaniche sono presenti sia sulla superficie dell’oceano sia nelle sue profondità e fluiscono sia a livello locale che globale. Le correnti superficiali sono guidate da sistemi di vento globali alimentati dall’energia del sole. Queste correnti superficiali trasferiscono il calore dai tropici alle regioni polari, mentre la Corrente del Golfo, che ha origine nei Caraibi tropicali, si muove lungo la costa orientale degli Stati Uniti attraverso l’Atlantico verso l’Europa, mantenendo il Nord Europa più caldo rispetto ad altri luoghi alla stessa latitudine. Le correnti oceaniche profonde sono diverse: in questo caso le differenze di densità dell’acqua, che derivano dalla variabilità della temperatura e della salinità dell’acqua, causano queste correnti profonde. Questo particolare processo è noto come circolazione termoalina. L’acqua salata e sostanzialmente fredda affonda letteralmente sul fondo dell’oceano e l’acqua di superficie entra in circolo per sostituire l’acqua che affonda. Queste diverse serie di correnti oceaniche sono una parte fondamentale del sistema climatico terrestre e regolano naturalmente i cicli del nutrimento e della CO2 negli oceani.
